TOUR 4

TRA IL MISTERO E L’INSOLITO

  • Scopri le opere nascoste nelle Chiese del Luganese
  • Ricostruisci storie passate grazie alle gemme naturali rimaste
  • Conosci storie leggendarie e osservane le testimonianze
DESCRIZIONE

L’itinerario proposto si concentra sull’esplorazione di luoghi e narrazioni insolite all’interno della città di Lugano e nelle zone circostanti. Lungo il percorso, si incontrano diversi punti di interesse che riflettono l’eccezionalità di questa regione e la sua ricca storia.

FONTI E ISPIRAZIONI

Un itinerario ispirato al bestseller di Jonas Marti “Lugano la bella sconosciuta”. Acquistalo su fontanaedizioni.ch

TITOLO DI TRASPORTO

Non è necessario un biglietto specifico; per fare il tour ti chiediamo di disporre di un regolare titolo di trasporto valido per le zone della comunità tariffale Arcobaleno in cui stai viaggiando.

PUNTI D’INTERESSE

LA LEGGENDA DEL BUSTO DI SAN PROVINO (CHIESA DEI SANTI GIOVANNI BATTISTA E PROVINO)

La leggenda racconta che la parrocchia di Morcote, trovando il busto di Agno più bello del loro, cercò di rubarlo. Tuttavia, a causa dello spavento provocato dalle campane, il busto fu gettato in fascine che lo incendiarono. Sebbene il busto fosse stato salvato, il volto rimase per sempre annerito. È necessaria la prenotazione.

PARCO MOROSINI (VEZIA)

Il Parco Morosini è un parco di stile “all’inglese” che originariamente faceva parte dell’adiacente Villa Morosini, una delle più prestigiose residenze storiche del Ticino, costruita intorno alla metà del Settecento a Vezia. Successivamente, a seguito di vari passaggi ereditari, la villa è divenuta nota come Villa Negroni, mentre il parco ha mantenuto il nome della famiglia Morosini, a cui si deve l’importanza storica e culturale dell’intero complesso. Dalla metà del Novecento è diventato, in seguito a donazione, proprietà dell’Associazione Italiana di Lugano per gli Anziani. All’interno del Parco, aperto tutti i giorni al pubblico, si trovano teche informative che raccontano la storia della famiglia e del sito storico architettonico.

IL PRIMO STEMMA DELLA CITTÀ DI LUGANO (CATTEDRALE DI SAN LORENZO)

All’interno della Cattedrale, si trova la prima rappresentazione dello stemma cittadino, intagliato sull’antico fonte battesimale situato nell’ultimo vano della navata meridionale.

SARCOFAGHI

I due misteriosi sarcofaghi sono tra i manufatti più antichi di Lugano, ma l’identità delle anime sepolte e l’epoca esatta rimangono avvolti nel mistero. Il primo sarcofago, scoperto nel 1886, potrebbe risalire al V o VI secolo dopo Cristo, durante il declino di Roma, suggerendo un’antichità di circa 1500 anni.

STATUA DELLA LIBERTÀ

La statua sul frontone del Palazzo Civico rappresenta la Religione. I raggi intorno al corno simboleggiano la saggezza divina, mentre il globo con croce nella mano destra rappresenta la sovranità di Cristo sul mondo. La mano sinistra, sollevando un calice, simboleggia il sacrificio e il culto devoto a Dio.

ANGELI CHE REGGONO UNA BIRRA

Una scultura insolita che domina la via: due putti che reggono un boccale di birra schiumante. Quest’opera fa parte dell’ex birreria, il cuore pulsante della tradizione birraia nel territorio luganese, arricchita da decorazioni in stile Liberty.

ALBERO SUL TETTO

L’albero di Palazzo Ransila, punto focale dell’architettura cittadina, rappresenta la fusione armoniosa tra natura e edificio, dominando la skyline di Lugano. L’architetto Botta, con la decisione insolita di posizionare un albero in cima all’edificio, simboleggia la connessione intrinseca tra architettura e natura, riflettendo sulla relazione con il cielo.

BIBLIOTECA SALITA DEI FRATI

La Biblioteca Salita dei Frati ha sede in un edificio progettato dall’architetto Mario Botta vicino al Convento dei Cappuccini di Lugano. La Biblioteca ospita numerosi volumi dei settori di storia, storia locale, ascetica e predicazione, letteratura e retorica.

LA FONTANA PIÙ GRANDE DEL TICINO (CENTRO STUDI DI TREVANO)

La sontuosa fontana era originariamente parte del Castello di Trevano che è stato demolito nel 1961. La fontana è l’unico elemento sopravvissuto alla demolizione e che ora si trova all’ingresso del centro studi.

IL DIAVOLO CHE ESCE DALLA ROCCIA (PONTE DEL DIAVOLO)

Un individuo posseduto vagava per queste montagne e boschi. Quando scomparve, la leggenda suggerì che il diavolo lo avesse reclamato da una roccia vicino al lago, dove sembravano delineate le sue fattezze. Il ponte tra Cassarate e Castagnola fu chiamato “ponte del diavolo” poiché sopra di esso si poteva scorgere una figura demoniaca emergere dalle rocce, creando un legame mitico tra il luogo e il maligno.

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